I messaggi midi: appunti pratici per comprenderli ed imparare ad usarli
Una spiegazione semplice dei tipi di messaggi midi, con esempi audio , del loro uso pratico abbinato ai controller e all’editor.
by Frankvenice
- Messaggi midi note e Control Change
- Messaggi Pitch Bend, Program Change, Aftertouch
- Messaggi di System Exclusive e altri messaggi midi
- Convertire midi in audio e audio in midi
- Editor midi: Key e List Editor in Cubase
Control change: il sustain
I messaggi midi non sono soltanto le note del pianoforte. Ci sono anche altri controlli, che inviano altri tipi di messaggi.
Prendiamo il pedale del pianoforte, il forte, o sustain, hold, damper, quello che prolunga il suono, e nel pianoforte reale solleva tutti gli smorzatori delle corde, lasciandole vibrare tutte liberamente. Nelle tastiere prolunga la pressione dei tasti.
ll midi invia questo comando di pedale tramite i Control Change. I CC sono una grande famiglia di 128 controlli differenti, alcuni già tipicamente stabiliti, altri invece liberi. Possono assumere valori tra 0 e 127, perciò sono definiti controlli continui.
Nel caso del nostro pedale di sustain, che ha qualsiasi tastiera, il CC assegnato è il n. 64. I valori dalla metà in su (da 64 a 127) significano pedale premuto, da 0 a 63 pedale rilasciato. Anzi no.
Il pedale rilasciato completamente assume valore 0 (zero), i pianoforti digitali e i vst instruments (strumenti virtuali a computer), di fascia alta, dedicati al pianoforte, hanno la funzione di mezzo pedale o continuo.
In sostanza è la simulazione dell’appoggio del feltro che smorza le corde, in modo “morbido” e progressivo.
Questo ci fa comprendere come nel midi contano sempre due fattori, per la comunicazione corretta:
La capacità dello strumento che trasmette e quella di quello che riceve.
Perciò è sempre meglio confrontare la tabella di implementazione midi, nei manuali, per capire ciò che la propria tastiera, o altro hardware può mandare.
E altrettanto ciò che può ricevere.
In aiuto, nel mondo del computer, degli strumenti virtuali e delle Daw (es. Cubase), questi controlli sono assegnabili, modificabili, trasformabili, filtrabili, al bisogno.
Messaggi di Control Change
Torniamo al CC. Un altro controllo usato nelle tastiere è la modulation. Quella leva sul lato sinistro, o rotella. A volte un joystick, con due funzioni: una è il CC modulation, l’altra invece la esaminiamo poi, il pitch bender, che non è un CC ma fa’ storia a sè.
La modulation è il CC n. 1 e si occupa di modulare, di vibrare il suono. E’ usata spesso come comando per varie funzioni nei vst instruments, per la sua comodità di esecuzione
(solitamente è un comando a molla, che ritorna a ZERO una volta rilasciata, e usabile con la mano sinistra, mentre la destra esegue una melodia) e si presta ad ABBELLIMENTI musicali anche diversi dal vibrato. (Es. Glissati, Armonici, whawha su un vst di chitarra)
Altri comandi CC tra i più usati: il n. 7 il volume midi. Attenzione che il volume midi non è il volume dello strumento nel senso stretto del modulo sonoro della tastiera musicale/pianoforte digitale o dell’instrument virtuale della DAW.
Il volume midi si riferisce al singolo canale midi (ricordo, il midi ha 16 canali per ogni “cavo”) e controlla il volume dello strumento assegnato, ma può essere in modo OFF o non essere interpretato dal ricevente.
E’ però utile per i settaggi nei midifile, per mixare i 16 canali. Assume ovviamente i 128 valori da 0 a 127. In alcune tastiere corrisponde a slider (cursori a slitta), utili anche per comandare altri controlli assegnabili nelle DAW o nei VSTI.
Il sub-volume, ovvero l’espressione continua (generalmente un pedale tipo staffa organo) è assegnato al CC 11.
Solitamente nei midifile, settato il volume principale del canale (il cc7), si può agire in quel range ulteriormente con l’expression CC11 (si pensi ad un crescendo di violini, o ad un diminuendo finale).
Quindi il cc11 dipende (quasi sempre) dal livello del cc7 di cui diventa un’estensione più accurata, all’interno del volume complessivo del canale.
Gli esempi appena fatti ci fanno capire quante siano le possibilità dei Control Change, sempre tenuto conto dei reali controlli fisici dell’hardware che trasmette e della stazione ricevente:
un midifile standard, una tastiera o pianoforte digitale, un altro hardware (un effetto per chitarra, un riverbero, qualunque outboard che riceva il midi) nonchè i virtual instruments sia in modalità StandAlone (cioè funzionanti con un programma proprio) che VST (all’interno di una DAW come Cubase per esempio).
Altri Control Change
Due control change particolari, 00 e 32 sono dedicati alle Bank e correlati ad un comando midi a sè stante: il Program Change, di cui parleremo più avanti.
Ed ancora, gli altri due pedali del pianoforte digitale, soft e sostenuto (66 e 67), per gli effetti il 91 e 93 (riverbero e chorus), filtri, portamento… ecco una tabella orientativa:
link dal sito midi.org della tabella control change
Tutti ovviamente con valori da 0 a 127 e riferiti ad un singolo dei 16 canali.
NEL PROSSIMO ARTICOLO: IL PITCH BEND, IL PROGRAM CHANGE E L’AFTERTOUCH
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