Scrivere una Canzone: un desiderio di molti. E’ un momento liberatorio, e quindi spesso spontaneo e senza regole.
Però poi la canzone non sta in piedi, perchè qualche regola, o meglio una strada coerente va presa.
Non si va da nessuna parte girando e zigzagando su se stessi, qualunque sia la meta, qualunque sia il mezzo e la via che si intraprende.
Parole che SUONINO
Una definizione che sentii da un noto Cantautore Italiano, di suo spericolato nei testi complessi, tale C.B., che faccio mia:
“QUELLI CHE SCRIVONO PAROLE DI CANZONI,
DEVONO SCRIVERE PAROLE CHE SUONINO”
Io con le parole non ho proprio un ottimo rapporto, di una canzone sono colpito dalla musica, ascolto le parole proprio come suoni, le sillabe come ritmi sulle armonie della canzone, come suono proprio.
(Poi casomai, vado a leggere anche il significato…giusto per…. ma a volte me lo suggerisce la musica… e il suono stesso della parola.)
Contare prima di cantare
Non ho regole o consigli precisi da proporre o imporre a nessuno, ma mettetevi nei panni di chi prende le vostre canzoni e ci deve metter mano per trovare la quadra.
A meno di non essere davvero esperti conoscitori della materia, prima di fare eccezzioni, occorre conoscerle bene le regole. O almeno porsi il problema.
E vale sopratutto per quelli che affermano di aver suonato al Conservatorio, omettendo il fatto che non gli hanno mai aperto!
Partiamo da una cosa facile: Contare fino a 4.
1,2,3,4. Credo che tu ce la possa fare.
Anche contare fino a 6: 1,2,3, e 4,5,6. Più difficile?
Perchè buona parte delle canzoni sono in 4/4 o 6/8, o almeno sembra essere per chi, chitarra alla mano, sgrattugia gli accordi con un ritmo “libero”… di aggiungere quarti al bisogno. (*TIPICAMENTE di chi si ostina a far stare tutta la parolona oltre l’ultima battuta del verso)
L’errore tipico infatti è quello determinato dalla lunghezza delle parole, e dagli accenti. L’Italiano, lingua molto bella ma complessa richiede un po’ di attenzione.
E quindi contare, come dicevo prima fino a 4 o fino a 6, a seconda del tempo e ritmo prescelto, serve per capire se la frase che hai scritto sta in piedi o no.
In questo dicevo COERENZA. Non puoi aggiungere e togliere a piacimento, perchè hai scritto un verso a tuo giudizio incommensurabile, ma che non sta col resto del brano.
Se Dante ha scritto in endecasillabi, non per questo ti si chiede di fare altrettanto, nè di far la rima baciata per forza.
Ma di assumere una metrica e rispettarla in tutte le altre righe, nonchè pareggiarla nelle strofe successive, sì.
Come inquadrare una metrica di riferimento
Come fare?
Potresti, ad esempio prendere un testo di canzoni famose e simili a quel che vuoi ottenere, e studiarne un po’ la ritmica.
E tenerlo sott’occhio per scrivere con la stessa cadenza, con gli stessi accenti, il tuo.
Voi mi “corrigerete”
Avere il coraggio di correggere e cambiare le frasi o le parole, mantenendo il senso. Cancellare.
Sì hai capito bene, nonostante tu sia sicuramente folgorato dalla vena poetica che avvolge il tuo momento di passione per la scrittura, abbi il coraggio di CORREGGERE, CANCELLARE, SOSTITUIRE, ALLUNGARE, ACCORCIARE. Lo chiamano editing adesso, chiamalo buonsenso, o Ignazio se ti fa’ piacere.
Ma mettici e rimettici le mani, se non suona. Apri la tua mente e rivedi la tua somma opera, perchè se non funziona qualcuno poi ti dirà che c’è una sillaba di troppo, che potrai allungare o accorciare la nota, ma non ci sta.
Parole, parole, parole
Poche parole, troppe parole.
Non si va a peso. A volte ci sono testi che sono ridondanti dello stesso concetto, o con parolone riempitive che poi non dicono nulla, o messe lì per far la rima, o per essere “originali”…
A volte ci sono testi che invece sono vuoti di concetto e ripetitivi in modo ossessivo.
Per carità, Apriti Cielo. E’ pieno il mondo dei Cantautori Italiani con canzoni di successo con tutti questi apparenti “difetti”, magnificati dal fatto di ripetere ossessivamente una parola.
Ma non hanno inventato nulla. Prendi l’opera lirica o tanto altro di antico e secolare: il fatto è che ci deve essere un motivo valido per ripetere una singola parola all’infinito, e una melodia, armonia, un crescendo nel brano tale da rendere la ripetizione spasmodica NECESSARIA.
Altre volte appunto i versi si susseguono, per dire tanto troppo e nulla. Non sempre devi fare il processo verbale dei tuoi pensieri, è una canzone non un DPCM.! Sintesi, per favore.
E non puoi scrivere una lagna per tre righe, in modo ossessivo, magari sullo stesso accordo, senza novità. Non è rafforzativo, è noioso.
Ecco la chiave:
LA NOVITA’
Nella canzone, per attrarre l’ascoltatore, devi introdurre una novità ogni tanto, altrimenti risulti PETULANTE.
E quindi non è tanto il ripetere, ma l’uso della ripetizione.
E la variazione, il senso della frase, letterario e musicale.
Occorre avere una visione generale di quel che succede nel brano, nella frase, nel verso.
E da questa visione poi, adattare e amalgamare ciò che di getto si è cominciato a scrivere.
Muta d’Accento e di pensier…
Gli accenti: l’accentazione delle parole dovrebbe corrispondere all’accentazione del ritmo e quindi due parole sul ritmo e sul quel contare 1,2,3,4 di prima.
In un tempo di 4/4, il Battere, cioè l’1 sarà più forte, più marcato del 2, il 3 una via di mezzo, e il 4 ancora leggero come il 2.
Forte, debole, mezzo, debole.
Quindi se batti il tempo e leggi la tua frase, vedi subito se ci sta, anche se ancora non c’è la musica.
Prova a far coincidere l’accento delle parole, con quello del ritmo. In qualche caso dovrai partire dal 4, cioè dall’ultimo movimento della battuta precedente (in LEVARE), perchè la tua parola iniziale o la tua frase ha l’accento sulla seconda sillaba.
Ma alla fin fine deve starci.
Un metodo
Scrivi la seconda strofa sotto ogni riga della prima, e confronta la metrica;
Abbi la fantasia anche di cambiare il ritornello con una metrica diversa ma coerente con se stessa, non deve essere tutto pari, anzi deve essere semplicemente amalgamato, un po’ come in cucina.
Considera anche l’uso del Bridge, il ponte, ovvero quelle due righe brevi con un concetto importante e anche diverso (nella ritmica, lunghezza della frase) che “stacca” nobilita e si riaggancia al ritornello finale.
Non sempre serve, ma interrompe e sorprende l’ascoltatore, sempre nell’ottica della novità musicale.
Come dici? Tutto ciò è difficile? Sì ma non impossibile. E vedrai che la tua canzone scorrerà meglio.
E se cominci a buttare giù gli accordi, o una idea melodica, stesso discorso, stesse “regole ritmiche”…
Concludendo…
Queste mie righe ti siano di stimolo. E di riflessione, senza voler dettare Legge, ma disegnando dei margini su cui muoverti, senza girovagare per nulla. Pensaci e poi prova a riscrivere la tua canzone.
Insomma, spero di averti confuso le idee abbastanza da aver voglia di analizzare e sistemare ciò che hai scritto. E non per abbatterti, ma per stimolarti a presentare un bel lavoro.
Poi per realizzarlo…. ti posso offrire i miei servizi, come sempre.